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to della lingua. Imparino prima lo stile, e poi prendan la penna in mano; e oramai coloro che leggeranno queste carte rifletteranno un poco prima di spacciarsi per autori; che, veramente, eran venuti a tale, che si ponevano a scrivere senza aver letto altro che cose francesi, digiuni affatto d’italiana letteratura. Oltre a ciò, bisogna che sappiano, costoro che altro da me richieggono, che non si può pervenire a comporre un buon lavoro di questa natura, senza aver fatto prima più e più sbozzi e pruove, ed essergli andato intorno intorno con lo scarpello della ragione a ripulire e rilevare; e che quest’opera non si poteva ridurre al presente suo stato senza una lunga pratica acquistata nello insegnamento delle lingue e nello scrivere più grammatiche; in difetto di che non si può parlare, e trattare la scienza con quella sicurezza e fidanza che io fo, e che si richiede a persuadere altrui; sì che per tale io l’ho oramai, che io non porto invidia a nessuna opera del presente secolo; e quando la vita non mi bastasse per altro, come che io speri poter fare di più, io me ne andrei pur contento. Anche io voglio ricordare che la natura umana è cosi bella, e maravigliosa, e potente, perchè ella ha compartito i suoi favori, dando all’uno fervida immaginazione, prestezza e vivacità d’ingegno, ma ristringendosi alquanto nella forza; a quello altro più tarda d’ingegno, e scarsa d* immaginazione, ma più prodiga di forza razionale e di giudizio, di fermezza nello eseguire, e di perseveranza nel condurre a fine una cosa immaginata: tanto che si trovi fra gli uomini, chi abbia immaginazione e ingegno da comporre un poema, non saper fare un ragionamento logico o filosofico, e che qu^ scrive bellissima poesia,. sia nella jl prosa disordinato e confuso; coinè mostra il Convito di Dan