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456 stoso. Bella è poi la ellissi dello stesso ebbe dopo Lucio Bra* to. Graziosa Tespressione a tempo^ perchè rara, breve, e ardita; essa comprende: le deUature non erano perpetue^ ma conferite a tempo determinato. Il modo è italiano, come a torto^ a misura^ ecc; e ci ricorda il verso di Dante: Sempre in quell’aria senza tempo tinta; ove determinato è par sottinteso. La podestà de" dieci. Dice egli medesimo io una postilla il Davanzati che: forse è meglio dir d^ Decemviri ^ e i nomi così proprii come de^ termini lasciare ne lor termini; ma intanto vel lascia, sicuro d’esserne lodato, per la ragione che ho già allegata di variar modi di dire* Bello quel resse^ perchè dipinge; e ti par vedere il colosso della podestà stare in piedi; e pìh elegante il reggere oltre che reggere più di, perchè quello si deve usare con parsimonia. Nè tribuni ecc. Avrebbe dovuto dire, segoendo grammatica, nè di tribuni f anzi ilei consoli nè dei tribuni dei sol’ dati; ma è assai più gradito Io scorcio usato dal traduttore, lasciando il ripetere due articoli e una preposisione* lion Cinna^ non Siila. Quanto perderebbe di leggiadria e di forza nel modo ordinario, nè Cinna nè Sillal prima perchè son già due nè posti avanti; e poi, non usando la congiunzione, egli è più lecito allo scrittore il porre il verbo signoreggiò in singolare; più vibrante che signoreggia^ ron. E più bello è signoreggiare che dominare; perchè questo è vocabolo d*ogni lingua, e quello è nostro particolare. Adunque, mi potria dir taluno, poichè non Cinna^ non «SrA la f,è migliore che nè Cinna nè Silla^ s’adoperi sempre la prima forma; ma no; die il renderla frequente la farebbe