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455 DELLO 8TILK DKL DayANZATI Degli Annali di Cornelio Tiicito, libro primo* Roma da principio ebbe i re; da Lucio Bruto la li-* berta e 7 consolato* Le dettature erano a tempo. La pode-sta de" dieci non resse oltre due anni; nè molto l’autorità di consoli^ nè tribuni di soldati. Non Cinna^ non Siila signoreggiò lungamente. La potenza di Pompeo e di Cras’-^ sOf tosto in Cesare; e l’armi di Lepido e d* Antonio cadde^ ro in Augusto; il quale^ troi^ato ognuno stracco per le di-^ scordie ci9ili^ con titolo di principale^ si prese il tutto. Udo de* gran meriti del valente scrittore è quello di saper dilettare chi legge con modi di dire variati e nuovi; perchè, quando s^avesse sempre a leggere le medesime espressioai e le medesime parole, collocate nel medesimo ordine regolare, che è il gran difetto del Francese, presto verrebbe in fastidio la lettura, essendo della natura degli uomini il variar piacere. £ certo, in questo piccolo tratto ti apre il traduttore un delizioso campo, e promette dilettarti gli occhi e la mente con modi rari, nuovi, e arditi. Lascerò stare il laconismo e la leggiadria che v*è in tutto questo principio; essendo questo un merito massimamente dell’originale; ma nonpertanto non piccolo nel volgarizzatore ancora, che ci vuol dare una prova delia gravità e della brevità del dire toscano; e noi abbiamo grande obbligo al Davanzali per averci dimostro che Tarmonia della lingua nostra patisce e comporta qualunque tono. Chiunque poteva dire Roma da principio fu goi^erfiata ini re ^ espressione che ogni lingua pale; ma non sì, Roma ?bl/e, personificando, che rende il modo più conciso e mae