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398 addotta nel primo caso, e conoscerai che tu dei ciò fare; pare, ponendo me e te si dà più importanza e gravità alle persone che questi nomi rappresentano. Con questo intendimento il primo esempio esprimerei, a me cowerrebbe esse^ re laudatore. Nel secondo caso adunque, quando si fa uso della maniera latina, sempre si richiede l’oggetto: Altui affermano lui essere stato degli Agolanti. B. Essendo ad ogni uom pubblico $1noto ) zar yjiGHECGiARE tcc.^. Ogni ragion scuole lei dover essere obbediente» B«In questi esempj lui essere stato^ lui {Vagheggiare e lei dovere^ stanno in luogo di die egli fu^ cKegli vagheggia^a^ cK ella debba essere e mai non si troverà che in cotali espressioni sia adoperato l’agente. Finalmente, il terzo caso è quello, quando l’infinito è preceduto dalla preposizione /^r in vece di perchè^ posto qui a carte 394; e in quello il verbo sta pure senza agente e senza oggetto, similmente al primo caso, come si vede per li testi ivi citati, e per quelli allegati a pagina a49t e s® P^r ^i volesse mettere la persona, potrebbe stare solo dopo il verbo. Adunque si concbiude che avanti air infinito, altro che Toggetto non possa aver luogo; e Tagente dopo di esso, in differenti casi e ben distinti, si che errare non si può. I* Manifesta cosa è che, siccome le cose temporali tutte sono transitorie e mortali, così in se e fuor di se es-SERE piene di noia^ e d’angoscia^ e di fatica^ e ad infiniti pericoli soggIjìcere. B. a. Per partito as^ea preso che^ se ella a lui ritornasse^ dì fare altra risposta. B. Cominciando il primo èsempi<| per manifesta cosa è che, il rimanente della proposizione che con questo principio corrisponde dovrebbe essere, in se e fuor di se