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379 non intendo accennarlo solamente, ma circónscriverlo rispetto alla lunghezzai o pare specificare il momento,ristante. Similmente le patole tre di sono la cagione del perfetto chiamai. L^espressione y^o/ che, significando dopo che ^ pone un termine all’azione; ed è quindi una determinazion di tempo* Quando si parla dei morti, però che si accennano cose terminate, si fa sempr? uso del perfetto; salvo quando’ si faccia menzione di quelle cose che la persona trapassata era uso di fare io vita; come allora che il Firenzuola fa di« re al marito d* nna seconda moglie, queW alira facesHi; quell’aitra diceiHi; ella si contentava d’ogni CQsa. DEL PEaVETTO COMPOSTO i. Io Bo TROVATO uno da molto pia che wi non sie^-. te. B. a. Insfigna^emi doue jirsTS posti ipannii e io anidro per essi* B* 3«Nè i^ecchiezza^ nè infermità, nè paura di morte VmJNffo potuto rimuos^re dallasuamahagità*^* 4* Poi che B ANITO FATTA Una danza o due, ciascuno se ne }^a nella sua camera. B. 5. /o sojsro anvato da sei volte in Mla^ poscia che io mi partii da sH)i* 6* f^ide una giomne la quale questa pestilenza ci ba tolta. B* Per quello che fu già definito altrove la denomioazio-’ ne perfetto apposta a un tenàpo del verbo significa finito, compiuto. Ora, io ho tolto al perfetto composto il qualifi-^ caute di pre/eriifa, cioè passato; perchè, essendo Tausiliario col quale s* accompagna, espresso in tempo presente, deve essere inteso a rappresentare un’idea presente e non pas^ sata; e quando con questa forma di parlare s^adopera afere, Tidea è di esprimere che altri ha, possiede, una cosa trosfa^ ta^ posta, potuta, wluta, tolta ecc; se essere, allora si disegna in quale stato uno è, cioè se di fuga, di corsa, di ma-* i