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aa8 abbiamo esposto, doò che la prepoaizione rf/ in nostra lin- gua è spesso segno di qualificasione di un nome compreso nel veibo che la precede, abbiam ragione di credere d*es-* aerei apposti. Ardire ha il nome e il verbo; onde mettendo di dopo il yerbo , ai se^te Tidea qualificante un nome che la mente può di presente supplire; ma osare non ha altro che il verbo; il che fa che ripugni alquanto alP orecchio il qualificare T idea di uh nome che quel verbo non gli 8og«* gerisce alla iikiaiagina&one. Quindi si vedrà che qualunque Verbo n cui si possa sostituire mere q altro con un nome , come credere o portar credenza^ abbisognare o as^er biso* gito; giovate o far gioiHàneneo; desiderare o aver deside* rio y palila volentieri dopo se la preposizione di. Io spero Oramai che questa soluzione , e gli argomenti del prece- dente di ellittico persuaderanno anche i più ritrosi della ne- cessità di filosofata delle preposizioni nel modo che qui si tiene; e lasceranno’nna volta in pace i genitivi e gli ablativi che loro adombrano Tintelletto e la ragione* !• Ricordati di dire a tuo padre che i miei fCgliuoli non son nati vi paltoniere. B. 2. Ella cadde della scala interra^ è ruppesi là coscia* B. 3* A povera damigella co^ me io sono^ cacciata di casa sua , e che dimori air altrui seivigio^ non sta bene V attendere ad amòre B. 4* Piena di stizza^ gliele tolsi di mano. B* 5« Ati pareim che vi fosse uscito Di mente quello’ che io m^era ingegnato di dimostrar- w. B« 6u // senHo di grandissimi pericoli trae il savio. B. • 7* Era fUggito di. Parigi^ B* La preposizione di conserva ancora là sua virtù origi- nale, cioà di esprimere movimento! di provenienza,, in lutti i soprapposti esenip|, nella maggior parte de^qùali sipotreb-