Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/236

I J09 desirnn niente si dice è desso^ è dessa^ sono dessi ^ sono d^sse^ Con tutto che questi pronomi siano espressivi ed eleganti^ pochi nessuno ne fa uso nel sparlare; e in luogo di qiie* 8te forme si mettono errori, come èlui%è leiy sono loro* Il Firenzuola disse: E come fio io a fare ? io non gliene do cau- sa^ egli è lui ecc., nella quarespressione lui non sta in luogo dì egli stesso o desso ^ ma di egli solo, in opposizione ad /o«  per non dire è eglij o egli è egli* Con queste parole V Au- tore vuol dire, non io^ ma egli è quello che ecc. Questa è dun*- que una licenza; che, del resto, abbiam veduto le forme ItUf lei, e loro^ non poter supplire Tagente. Dal terzo esempio si vede che desso si può usare anche per le cose ; peri che quivi r Autore intende di robe 9 vesti menta. Non volge^anQ sguardo in parte, dos^e non si avesser davanti i^isibili, ivVi, moi^entisi^tutto d^ssì. Qui pone il Bartoli dessi per )%>ggel- to del verbo ai^esser; ma egli ha torto; e non si trova esem- pio che lo scagioni. DBL PR0190ME ESSO* I • n glossane colse una foglia, e con ss sa s* incomin- ciò a stropicciare i denti. B. 2. Essi fanno ritratto da quel- lo onde nati sono. B. 3. Gli disse che gli dolesse piacere i andare a smontare con esso Ghino al castello. B. 4. Di* che spènga a desinar con esso noi. B. II pronome essOf che si adopera in tutti i casi, è inte- so a rappresentare massimamente le cose; ma si usa nulla** dimeno anche per le persone, per lo più in luogo di eglino ed elleno^ li quali riescono parole troppo lunghe per lo prò-* nome agente, e si trovano poco usati dagli autori. Abbiamo ben veduto che i pronomi il, hf la^ gli, le, ne, possono rap- presentare le persone e le cose; ma quando nella proposi-»