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crudeltà, e 6*avr& per certo più ragionata e meglio armoniz* zata distribusione di quei vocaboli* Queste coserelle, per quanto possano parer triviali , concorrono nuUadimeno a formare quel bel mosaico che un periodo ben composto in tolte le sue parti si può chiamare. Io non mi metto a notar-* le negli autori per spacciare saccenteria; ma perchè^ facen- do profession di criticoi io debbo dire, col dovuto riguar- do«che anche i nostri maestri, i quali pure furon uomini , non 8* hanno a imitar ciecaniente in ogni cosa; che essi non intesero a dettar precetti di grammatica» Chi la sorte volle si dedicasse specialmente a questa scienza, e con T autorità di loro tutti insieme ha ferma la base della lingua, ha ac- quistato il diritto di giudicare del buono e del cattivo, e di portare il criticismo ovunque egli trovi si richieda* Ecco un altro esempio in che pecca il Boccaccio ripetendo : Ella gittò via i remi e il timone ; e al vento tutto si commise; awisando dover di necessità avvenire, o che il vento barca senza carico e. senza govemator rìfoigesse, ad alcuno scoglio la percotesse e rompesse ; di ohe ella, eziandio se campar roiESSÉ , non potesse, ma di necessità jUtneg^sse. Qui, Tuno vicino alFaltro, sono sei imperfetti del con* giuntivo, e cinque terminanti in esse, due de* quali si pos- son levare e sostituirvi il presente participio con miglior forza e armonia, cioè; jivvisando dover di necessità avve-^ nire, o die il vento barca senza carico e senza govemator risH>lgesse, o in alcuno scoglio peecotei9do la rendesse ; di che ella, eziandio campar roLENOO, non potesse, ma di necessità annegasse. Io dico dunque che da questo difetto i da guardarsene col ripulire le scritture; e io '1 so per prò-