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i3o bra e mezzò^ un’ora e mezzo* Non v^è dubbio cbe, in questo secondo caso, la parola e mezzo comprende l’idea di e mez- zo il peso if una libbra^ e mezzo lo spazio d^ un ora. Que- sta è la regola generale fra i classici; quantunque il Bentibo, per Tultioio esempio, vuol che si possa dire anche una lib^ bra e mezza^ e urCora e mezza. Il sesto esempio è ellittico; e il sottinteso è il territorio di^ o cosa simile. i« Cento venticinque fiorim per ^uno. Dav. a. Andate a quattro a quattro. B. 3. Si facevano fosse grandissime^ nelle quali a centinaia si metteifano i soprawégnenti. B. 4« Di sei mesi in sei mesi si mutano* B. L* aggettivo uno del primo esempio è preso nel sen- so di ciascuno, il che si usa nelle distribuzioni, ed è un i- diotismo nostro; egli è come se si dicesse venticinque per uno uomo^ venticinque per uno altro^ venticinque per uno terzo ecc. I modi ellittici a quattro a quattro^ a centinaia^ di sei mesi in sei mesi^ si riempiono così: andate comequat-- tro dietro a quattro (la ripetizione della preposizione e del numero dipinge continuità), j/me/^o/io in quantità simi^ le a centinaia^ passando per lo periodo di sei mesi , ed en- trando in sei mesi* I . Non ne vuole meno di trenta per centinaio. B. 2.Sic- come vediamo manifestamente che tre via tre fa nove. D. 3. Io aveva sette anni^ quando mio padre mi levò da Paler- mo. F. 4» J^gli era di’ età forse di quaranta anni. B. In luogo di centinaio che usa il Boccaccio, i moder- ni adoperano cento nelle espressioni il cinque , il sei , il trenta per cento ecc. La voce via^ della quale si fa uso nel- le moltiplicazioni, è un* alterazione dì fiata^ volta; come appare dal seguente esempio tolto dalla Crusca: Quando lo