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08 bando il plurale guai si siano f guai si wgliano. Il vocabolo quantunque t per bizzarro privilegio, si può usare per ag- giunto di un nome singolare, conae di un plurale, per quel che appare dagli eseropj. L* idea compresa nella termina- zione unque di questi aggettivi è la medesima in ciascuno; ella ci vien dal Latino, e risponde a mai onde il concetto del quarto esempio è per quanti spasimi mai sentisse. Yi sono degli esempj anche di qualunque usato nel plurale : Alla perline qualunque s^ituperj si possono dire o compone^ re, in quell’arte furono tutti. Da S. C. 21/ ape^ipià d* arbitrio di fare il contrario , che non abbiam noi e qualunque altri son quegli ecc. B«; ma non trovano imitatori, perchè Torec- chio è a tenzone col senso. Y* è anche chicchesia , o chi che siUf che significa un uomo qual che egli sia. Quando io ci tor- nassi ci sarebbe chi che sia che c'impaccerebbe. B. Qual' cuno e qualcheduno si usan per le persone senza nome ; e non hanno plurale. Colui che i^e lo ilice è qualcuno che s^i fUol male. Pecorone. Ormai non è buono ad altro^ chea far- ne un iHiglioi e però doniamolo a qualcheduno. F«  Dello aggettivo medesimo I • Mi lasciò in casa quella lettera di V. S. insieme con una di M. P. f^ettori^ date ambedue d Aprile . • ; ho poi r ultima, con la copia della medesima, e con li tre sonet^ ti. Caro. 21. Chi mi domandasse ora quel cV io h> a farfuo- ra, certamente che io non glielo saprei dire; e così, quan^ do io sono in casa, chi mi yi tiene, io gli risponderei il atk- DESIMO. G. L* aggettivo medesimo , può stare nel discorso senza r appoggio del nome ; onde serve allora come pronome a rappresentare una cosa antinominata ; sia quella una cosa I