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Ili la nostra; e per ciò solo io ne scrissi e pubblicai una per ap- parar i*lnglese. Così fosse alcuno tanto pietoso della patria che prendesse a compilarne un* altra, scritta in vero italia- no, per lo insegnamento della lingua francese; e togliesse a nieqaesta briga ! poiché le grammatiche italiane francesi, per esservene in quasi ogni famiglia, fanno, assai maggior danno che le altre. In Italia solo si ardisce venire a scrivere bar- barissimamente cotai libricciattoli , e con incomprensibile sfacciataggine pubblicarli come se fossero in nostro idioma! In Francia e in Inghilterra ti richiederebbero che tu scri- vessi, se non elegantemente, con purità almeno di lingua, il libro col quale tu vuoi insegnare. E infino a quando, ò pa- driomadriy tollererete che i vostri figliuoli disapparino anche qael poco della lingua materna che lor fornisce il natio pae- se, mettendo lor fra le mani libri di tal sorte ? O cecità ! Che vai che parlicchino un po’ difrancese, quando non sap- pian poi piiì discernere francese da italiano ? Han costoro bisogno, per esempio, di far recare in quella lingua le espres* sioni: V Italia produce grano , i^ino^ olio^ limoni^ aranci ; Egli vende carta^ penne, e inchiostro ? Non avendo i Fran- cesi il nostro modo di adoperare i nomi indeterminati sen- ta articolo, che fanno essi? pongono in que* loro libri (i), V Italia produce del grano, del s^ino, delV qIìo Egli ven^ de della carta f delle penne, deir inchiostro; afàn che i loro discepoli, traslatando, Don durino alcuna fatica. £ in questa maniera avvezzano gli studianti a porre V articolo e la pre-^ posizione in tal casOy contro il vero sentimento e la delica-

^ (i) Vedi U grammatica italiana inglese detta del Ver^ani, e pubblica* U dal Vanson nel 35 in LÌTomo.