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ioa esser attimo o pur buono. In tal caso la comparazione su- perlativa è relativa. I • La reUorica è soArissiMA di tutte T altre scien^ ze. D. 2. La natura umana è perfettissima di tutte le altre nature di quaggiù. D. ,, Non acciò che V usiate ,t dice il Bartoli „ ma sola* mente il sappiate, e sapendolo non condanniate per la leg- ge Non sipuò chi Tusassci ricordo aver Dante nel suo Con- vivio accompagnato latinissimamente il superlativo col se- condo caso plorale; e ciò delle volte parecchi; 99 e poi pro- duce questi e due altri esempj* Maraviglia, ch*egli dica una volta che non s* abbiano ad usare queste strane formale^ come le chiama V Amenta (1) ! Ma questa volta, per lo con- trario, non gli fo buona la sua concessione, e dichiaro che io pongo qui questi due esempj di Dante, proprio perchè chi scrive non solo si ricordi che v* è questa bella lo- cuzione, ma Tusi ancora. E ben mostrò sentire la bel- lezza di quella chi nella lingua peritissimo è, ed elegan- tissimo di tutti gli altri italici in questa nostra presente et&; dico di Francesco Cecilia, lo cui stile mi ha persuaso di ciò che io credeva a noi moderni impossibile; cioè che si possa pervenire a scrivere con tutta la puritl^, la semplicità e Teleganza, che già si scrisse in quel beato Trecento (j2). (i) OMerratioiie del Sìg* AmenU : ,» Aaeor qui Taole U Bartoli tu re- dere le strane forinole del parlar degU antichi, o per deridergli , o per non farli avere in istima „ • Ma egli ha qni gran torto ^ però dissi di lui nella introduzione, lodando in generale le sue ossenraaioni, eh^egU le fece senza filosofia, come ora dimostrerò. (a) Non ti TO* dir eh* egli mi sia amicoj che potresti credere che Tami- cisia mi facesse veder più là che il vero ; e io ti assicuro che in quesi* open io lodo e biasimo propria senza paiiione^ e per solo amor della verità.