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100 pio è ben secondo le regole date, per lo confronto che fa con giowzni.

• I suoi ragionamenti sono stati pw* lunghi che io 

NONnC aspettai^a. Caro. a. Priegos^i che nonmiH>gliate in- giuriate più dì queuocbe ui abbiate fatto F. 3. Tosto ci asfi^dremo se il lupo saprà meguo guidare le pecore « cwb le pecore abbiano i lupi guidati. B. 4* Napoli è una città antichissima , e forse cosi^ dilettevole o più* cbe alcuna akra in Italia. B«  Qaando il secondo soggetto della comparazione oppo- sto 9^ pia o meno è rappresentato da un membro della prò* posizione, o pure solamente da un agente e da un verbo, per secondo termine si può mettere che seguito dalla negazio- ne non^ o di quello che^ senza negazione, come appare dai due primi esempj. Nel primo caso, a dar ragione della nega- zione, mi pare di dover supporre che siano due idee com- prese in una, esprimendo le quali in intero, chiaro si mani«  Testerà la ragione della negazione* Dunque: / suoi ragiona^ menti sono stati pia lunghi di quello che io m^ aspettami il che ( cioè che fosser più lunghi ) io non m'aspettala. Me- desimamente Tespressione del Boccaccio, bevendo pia che non avrebbe voluto^ piena è, bevendo pia di quello che a- vrebbe voluto^ il che ( cioè beverpià ) non avrebbe vohUo. Quindi è cbe in queste espressioni si può usare parimente che non o di cpiello che. Ma v*ò una terza maniera di espri- mere queste comparazioni tra due membri di una proposi- zione; ciò è, come dimostra il terzo esempio, di porre che solo, senza T aiuto di non o di quello*^ purché il verbo che da esso dipende sia posto nel congiuntivo. Nel terzo esem- pio la comparazione è espressa in due modi, e la piena co- struzione è forse così dilettevole come^ o più che»