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FORMAZIONE DEI CASI. s » Osservazioni. Nel precedente schema si dai'ino non solo le prette desinenze, ina ancora quegli altri finimenti de’ casi che contengono o rappresentano parte del tema (cf. p.e. §§. 102, IV; io5, li); e tali sono i segnali d’asterisco. 7 e 3 sono sempre lettere insertive (cf. p. §. io5, 1,055.); e 7 può in ogni caso essere surrogata da nr secondo i §§. 4 i, c; 70, IV, 3. Lo zero importa negazione di desinenza. Il Voc. Sing. m. f. n., oltre al non prendere desinenza, secondo che appare dallo schema precedente, va ancora soggetto a gunamento, o accorciamento, 0 troncameli lo della finale (v. §. io3). DELL’ACCENTO NELLA DECLINAZIONE. §• 121. L’accento tematico si mantiene sulla stessa vocale in lutti i casi, eccetlochè nel Vocativo, il quale lo prende sempre sulla prima sillaba, onde p. e. gq, m., dio, fa, verbigrazia, nel Gen. e Loc. del Duale fata (v. §. 112, oss. a), ma al Voc. Sing. fa Duale fa, Plur. fa?. Eccezioni ed osservazioni, x) Quasi tutti i monosillabi non finiti in r od rt, fuor del Nom. Voc. Acc., e alcuni (come p. e. r? , acqua, ri, ricchezza), anche in questo del plurale, gettan l’accento sulla desinenza, onde p. e. qrq la al Nom. Voc. Acc. Plur. qta?, ma all'Abl. e Gen. Sing. qrtaj e R3, ri all’Acc. PI. urta , trta. 2) Un’accentata finale di tema, passando dinanzi a vocale nella corrispondente semivocale secondo il §. 22, getta l’aumento sulla seguente vocale, onde p. e. faq, poeta, qr§, ventfy fa, pai/re, H- rt? (Gen. e Loc. Du.) fanno qrsfa, qpcqfb, fqqrh. 3) Se all’accentata finale viene sostituita un’altra vocale, questa ne ritiene l’accento, onde p. e. 7#, iti., andato, fa all Acc. Plur. Uni?. 4) Se Ulla vocale accentata si fogna, l’accento passa nella seguente, onde p. e. far, sole, -t- rt (Strum. Sing.) fa gxnrr.