Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/81

FORMAZIONE dei casi. SINGOLARE. §. 401. Sono identici in quésto numero: i) nel neutro Nom. Acc., e, salvochè pei temi in ra, o di necessità o ad arbitrio, Voc.; 2) salvochè pei temi in ra, Abl. e Gen. Nominativo. §•402. I. La desinenza caratteristica del nominativo singolare masc. e femm. c re, onde p. e. gjre, in., splendido, fwuT, m. e f., onniveggente, rerfa, m., scimia, refa, fi, mente, re!, fi , mente, m. e fi, che bee acqua, reTre, m., vento, ìjf, fi, vacca, reg, fi, donna, g, fi, terra, raq;, m. e fi, spazza tare, spazzatrice, ret, fi, nave, fanno in questo caso rarere, faraufa, rerfare, refare', re!re, reèfafa, 3Trere, rerereN, rerere ‘J*! W?*, ^fall. I neutri finiti in ra hanno per desinenza re, onde p. c. qre, n., fa qreg. III. Non pigliano desinenza: 1) i polisillabi femminili in rat od f ; 2) i neutri in vocale che non sia ra; 3) tutti i temi finiti in consonante fi onde p. e. qm fi, re?! f., fiumana, rerfu, n., acqua, rere, n., miele, rerà, n., fattore, reure , m., vento, rerre, fi, discorso, rerere, n., animo, fanno al nom. qm, re?!, rerfc, rere, rerre, rerare , ren* (v. §. 52, 2), rerere. (1) Non è già che ai temi di genere masc. 0 femm. terminali in consonante non diasi la desinenza re , propria di questo caso; ma essi la rigettano, in quanto che alla fonetica sanscrita ripugna in fin di vocabolo non solo un gruppo consonantico terminalo in re , ma qualsiasi altro che non sia uno de’ concessi secondo il §. 53, c insieme radicale 0 rappresentante di lettere radicali (cf. la nota della pag. 45). Quindi è che, rigorosamente parlando, così a questi nominativi che rigettano re , come anche a quelle altro forme, specialmente verbali, che rispingono per la stessa ragione un suffisso cominciente da sorda, non dovrebbe essere applicata la restrizione portata dal §. 55, in quanto che una lettera organicamente sonora può considerarsi come passala in sorda anche pel solo contatto della rigettata desinenza.