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rhiffof# (v, §. 3); b) dinanzi all’altre vocali e ai dittonghi passano rispettivamente in ur e ur?(cf. §. 25, a), donde le semivocali q q possono cadere senza che perciò n’abbia a seguir fusione colla seguente vocale, onde p. e. qri, nell'elefante, con un#, siede, fa qqqr# o qq un#, frinri, o Visnìi, con unqvar, vieni, Pqqnqmua o fritm unquBf. 2) ri ed rt dinanzi a qualsiasi vocale o dittongo passano rispettivamente in rt? e un? (cf. §. 25, a), donde (come in i ,b) possono similmente cadere q e q, onde p. c. q#, a lui, con uùfaq?, annunziava, fa qrqrqqqqq o 3RT ur0 , e fa, que' due, con ur, qui, rtur o 3T UR- Eccez. ed osserv. i) uh si mantiene inalterato: a) ad arbitrio in vocativi dinanzi ad far, così, onde p. e. fri erri, o Visnù, con far, oltre a Cqun0=1 fn o fqqiT fari secondo \, b, può anche fare fqrtri far; b) di necessità nelle particelle terminanti in tal dittongo, onde p. e. ur# fan: oh! signori. 2) La perdita di q e q che generalmente per Rq c ur? è a gran pezza più usitata che per uri e unq, dinanzi alla particella q è obbligatoria, onde p. e. qq e fa con tal particella non possono fare qqq 3R, ma solo qq q, 3T q. 3) #, bue, vacca, può, contro il §.60,1, non elidere un r seguente p dinanzi a qualunque vocale può, ma con Ruje deve risolvere e ampliare uh in ur, onde -4- ur, oltre a rifa', conforme alla regola, può fare rituR 0 nqR, moltitudine di vacche, -4- far qqfar o qqq, signor di vacche, ma solo qqra (=#-+- urq, propr. occhio di bue), finestra, qqv? (=rit-4- ?T, propr. signor di vacche), Crisno. 4) Presso gli epici, talvolta, per ragion di metro: a) dopo q od uh fognasi anche un lungo, onde p. e. # « urt: (= # unutqr:), che romitaggi?, #**#(= # un#), egli siede, b) r od un, rimasti dopo il dileguo di q q, si fondono (conforme al §. 58) colla seguente vocale, come p. e. in far (= q = ri -4- far), qnh (= qr = t -4- urar). Eccezioni ed osservazioni ai §§. 57-60. §. 64. Escon di regola: 4) le finali ? q q del duale e