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fare) al nom. sing. gittanclo la sibilante fanno rispettivamente frifqz , fqqfh (da fqqrhc secondo il §. 52, 4), wrq? (dall’intensivo di q?, saltai-e) alla 2. e 3. pers. sing. del- l’imperf. urqrq^. 2) Se la rimasta iniziale del gruppo fosse una nasale, questa passa in q, onde p. e. qq, zoppo, qfìjq , molto-offendente, fqq^> (dal desiderat. di qq rompere) , desideroso di r., fanno al nom. sing. vrq , qfqq , fqqq ; qqmM (dall’intens. di ^rq, abbracciare) alla 2. e 3. pers. sing. dell’imperf. umreiq. 5) Sono però da eccettuare pavoncella, qq, congiungente, e i composti a- venti per ultimo membro qq, vólto, verso, i quali tutti, gittando la finale, convertono la nasale palatina nella gutturale 3, onde tr? , 53 e p. e. ito? (da qrq? = qfq -+- urq, occidentale). Eccezione ed osservazione ai §§. 51 -54- §. 55. Le regole contenute in questi §§. sono da appropriarsi soltanto ai vocaboli che si trovino elFettivamente nel discorso, e ad un tempo in pausa, vale a dire in fin di sentenza o di verso; fuori di questi due casi (e così p. e. nella teorica grammaticale) valgon solo in quanto s’escludano la mutazione in sorde delle consonanti organicamente sonore e il cambiamento di * e q in visarga; onde p. e. qrq, fq?, fiqq, splendore, come temi organica- mente finiti in sorda, tlon ammettendo la restrizione suddetta, fanno, così nella detta pausa come in altri casi, qr?, fq?, fiq?, mentre q?, qq, faj?, come temi organicamente finiti in sonora, nella pausa suddetta fanno qf?, 53, rihpR, altrimenti qq, qq, faqqN; e far, qqq (nom. sing. di fi?, voce, qq, elefante) fanno nella detta pausa fa:, qq*.; ma fuor di questo caso si pigliano in quelle loro prime forme di qfa e qqq.