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VZIOIHE ne : a) le vocali finnir per lo più si vriddano e tra le non finali, le gunabili si gunano e ra (salvo alcune eccezioni), si vridda, onde p. e. da giri si fa griffi», che giace o dorme, da « «Tffiq, che ode, da* q ranffi», che fa (e, con solo la guna, p. e. da fa raffi», che vince), da gre raffi», che desi- dera, da fare affi», che odia, da » griffi», che pecca, da yy réfgra , che stritola, da re? rerfara , che prende; b) le radici finite in rar (rari «ri, v. 25, b) inseriscono re , onde p. e. da gì si fa graffi», che dà; c) le finali re re passano rispettivamente in rer re (cf. §. 32, eccez. i, a), onde p. e. da yre si fa refa», che tocca, da #rex rerffi», che abbandona, da raq, secondo il §. 249, II, rarffi», che ama con passione, che colora; d) ?», uccidere, viene surrogato da re» (cf. 367, 3, b), onde rerfara, che uccide. 2) La più parte di questi nomi non si adoperano se non in fine di composto, taluni solo se preceduti da certi prefissi ; e alcuni possono in certi casi riferirsi al passato od all’avvenire, e altri importare azione necessaria od obbligatoria. 5) Quanto alla loro declinazione e alla formazione del femminile veggasi il §. 170. XIII. gir forma, con gunamento della vocal radicale, alcuni temi nominali con valore d’astratti od appellativi neutri (cf. §. 94, II, 2, b), onde p. c. da re» si la refi» , strame sagrificale, da gjre griffi», lume, da yre refrere, burro chiarificato, ossitoni, e da » ( pracrilicamente passalo in ra») ferifare, lume, da ra» rariffi», splendore, parossitoni. Veggasene la declinazione ai §. 188. XIV. re forma principalmente aggettivi ed appellativi, onde p. e. da rara si fa rara, tenue, da rer» rerrra, dolce, da re» re», congiunto, amico, da fa» fraq, limosinante, da rer (con inserzione di re , cf. XII, 1, b) re», vento, da re» (in analogia del §. 249, I) yy, largo; e sopratutto da Desiderativi, onde p. e. da furari» ( Desid. di q) farefrirè desideroso di fare, da reyrè (Desid. di y) yyy , che sta per morire (cf. §. 374), da frere» (Desid. di rer, bere) frererre,