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o GERUNDI, conilo 11, onde "rerre o «fre». 4) yff passa in gire (cf. §. 354, 8, «), onde "gira- 3) ffa allunga y, onde "ufo (cf. §• 431, VII, oss. 3). 6) réT? guna la finale, onde "remre. 7) g?, dopo il prefìsso un e, in senso di celebrare, anche dopo rere, diventa g»r (cf §. 247), onde urrgro, reregro. 8) rey, dopo prefissi (cf. §. 354, 8,b) abbrevia re», onde p. e. rere». 9) ré» viene (in analogia delle forme rem, «TOT, v. §§. 429, VII; 449, 4, VII) surrogato da ré7?, onde "ré7». 40) S’avvertano le regole d’eufonia, onde p. e. fy? fa oytare (v. §. 27, b), re? "refai (v. §. 27, b). §• 433- Vale il §. 451, onde da g? si fa 0*7» o "rem», da re? "re» o "torero (per ur?, però, solo "retar), per ury Ostro (v. §. 4^2, eccez. ed oss. 9), per »? o?re, per re» "yrerre, per ? oq» (v. 452, V). §• 434. Fa eziandio uffizio di Gerundio una non molto usilata forma avverbiale in um , adoperata specialmente a dinotare iterainento d’azione e in questo caso ripetuta ancor essa a maniera di composto, come p. e. in torétatay (= rem rem, da re? , mangiare) «ré#, mangiato mangiato, parte, cioè mangiato che egli ha ripetutamente, parte. Dinanzi al detto »?, il verbo si governa come dinanzi al- l’y, desinenza della 3 pers. Sing. dell’Aoristo del Passivo (v. §. 357), onde p. e. reT fa rem?, ri reroy, fri rérre?, fa urere?, fa rem? , rere rerre?, frèy rèyre , re? rei re? • Osservazioni. I. 1) Avvertasi il §. 358, onde p. e. da y? retri?, da fa??’ da rt, gro? 2) y? però, insieme con rerere, fa renr?. 3) rey, dopo il prefisso rare, in cambio di gunare q, può sostituirvi un, onde untata? od urreren?. 4) réTfa non vridda, ma guna la finale, onde rérrey?. II. Questa forma di Gerundio è parossitona, ma se Ita più di due sillabe può pigliar l’accento sulla prima, e se vien raddoppiata, la seconda forma lo perde, onde p. e. da fri réTrere,, réTre- mror, da tofare (Int. II di ?) reta#,? 0re#? (v. §. 406, 2).