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IN SEMPLICI VOCABOLI. 23 Eccezioni ad a. Le radici q? e w? cambiano m in fa, onde |>. e. con qv fanno favn portare, fa^H sopportare. §• 27. ? ed 3 si allungano ancora: a) dinanzi a t finale di sillaba radicale quando non vi s’appicca suffisso o desinenza, onde p. e. i temi nominali fri* e fa fanno al nominativo sing. far la voce e fa la città; b) dinanzi a t o q radicali, seguite da consonante, onde p. e. far e fa -f- fart fanno fafrin colle voci, farri colle città, fai -t-fari fa frhufìr scherza, *fa -f- hir rait? tremoli; e le radici fa e fa -t- un fanno ffgfT curvato, fan ferito; c) dinanzi a h ('anche se mutato, secondo il §. 48,1, TI, i, in t o q o finale di radice o di desiderativo, quando non vi s’appicca suffisso o vi s’appicca cominciante per consonante, onde p. e. unfsm, benedizione, fa al noni. sing. urrafa; -f- fan mi fa-fan ; -I- unfa:g od mifat-H ; e in questi stessi casi ffarfai, desideroso di parlare, e fan , ben-sonanle, fanno ffanrha ffafafart fwhg o fan , wnfa , hkr o htr. Eccezioni a b. L’allungamento non ha luogo : ai) dinanzi a q di suffisso secondario, onde p. e. ffa, cielo, fa, timone, -+- q fanno firn celeste, fa giumento; c) dinanzi a q o q nati da i od u secondo il §. 22, onde p. e. faft; e fa -+- rifa fanno fa rifa dei o nei due monti, fafa dei o nei due maestri ; d) in fa; (da sk fare) e in fa tagliare, onde p. e. con qm fanno faT3 faccia, fam tagli. §• 28. Come finali di vocabolo effettivo possono aver luogo tutte le vocali semplici, tranne ^ «s e tutti i dittonghi, onde p. e. ira; vanne, qrsn (nora.) fanciulla, qrir (noin. voc. acc.) acqua, ìjfa (noni.) dea, qfanorn. voc. acc.) miele, fa; (noni. voc. acc. duale) vacche, °fr (nom. voc. acc.) facente, neutro, faqri muore, fqqrrt o Visnù, qà alla donna, fai diede. CONSONANTI. §• 29. Due aspirate alla fila non possono aver luogo; ve24 MUTAZION