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IONE DEI TEMI §. 191. grò, ra. n.,braccio, così ne’ casi deboli (tranne il Noni. Voc. Àcc. del neutro al Sing.), come ne’ debolissimi (eccetto il Nom. Voc. Acc. del neutro al Duale) e nell’Acc. Plur. del neutro, può anche flettersi sopra un tema gfaq secondo il ,§. i65; onde al masc. declinasi nella seguente maniera. MASCOLINO. Singolare. Duale. Plurale. N. V. grò, gtret ?rrere Acc. gfare — Str. górr o grònT g!*rarre o <ftre«nre, górere o górfrere, Dat. gVò o gfan  ?!«» o grò*rere Abl. górre o gtnnre Gen. góóre o grònrò, gròrre o góren» Loc. gòre o górfrèi o gtfrni góq o gòre o gròre Al neutro fa Nom. Voc. Acc. Sing. grò,, Duale górt, Plur. gYfre, e, Acc., anche gròrfrèr. Vedi, quanto ai temi finiti in mre„ il §. 48, I, b] e quanto a reire e reire,, il §• 126. Temi finiti in ?. §• 492 Nella regolare declinazione de’ temi terminati in ? deggionsi principalmente avvertire le mutazioni eufoniche di questa finale, che, secondo il §. 49, ne’ casi senza flessione, e dinanzi a consonante viene generalmente trattata come se fosse ? (re ?; v. §. 49, 2, a), c in certi temi come se fosse re (re rer; v. §. 49, 1, b). Valgano ad esempio: re»%?, ra. f. n., che sugge il miele, fròjjjri, m. f. 11., che tutto copre, rei??, che munge la vacca; intorno ai quali due ultimi si avverta il §. 35.