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I quali a gara, dal colle,
  Ergean su lucidi steli
  Nella grand’ombra de’ cieli
  Le scintillanti corolle.

Ah, bello, bello da senno!
  Troppo più bello di quanto
  Possa mostrare il mio canto,
  O, per dir meglio, il mio cenno.

La gente stava a guardare
  Come intontita, e più d’uno
  Scordava d’esser digiuno
  Dall’ora del desinare;

Cioè (se a qualche dottore
  Parrà fandonia o bugia,
  Ovver calunnia, tal sia),
  Cioè da quasi due ore.

Da ultimo le colline
  S’accesero in una gala
  Di bei fuochi del Bengala,
  E fu, pur troppo, la fine.

E di così bella e varia
  Festa or non altro rimane
  Che un bujo muto ed inane
  E un tristo odore nell’aria.