Pagina:Graf - Le poesie, Chiantore, 1922.djvu/923


Sempre ti dieder noja
    L’afa, la mezza altezza,
    E quella gran tristezza
    Che s’intitola gioja.

Sempre ti furon tedio
    Il peso, la misura,
    Il numero, la dura
    Legge, il termine medio,

Le maledette regole,
    I sillogismi rigidi,
    Gli entusïasmi frigidi,
    Le teorie pettegole.

Non eri fatta punto
    Per reggere il fardello
    Della natura e quello
    Che l’uomo poi v’ha giunto.

Lo so: ma dove andrai?
    Per quel che dire ho inteso,
    Lo spazio è tanto esteso
    Che non finisce mai.

Se tu sapessi almeno
    Donde ci sei venuta,
    O piuttosto caduta,
    In questo pianterreno!