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Mi volgo indietro e sogguardo,
 Laggiù lontano, là ’n fondo:
 Che cosa è mai quel beffardo
 Fantasma di nebbia? il mondo?

È quello il mondo? Sciagura!
 Chi dentro vi si travaglia,
 Chi l’ama, chi n’ha paura,
 Non può saper quel ch’ei vaglia.

Vano fantasma di nebbia,
 Che per parer qualche cosa,
 S’agghinda e s’orpella e strebbia
 Come una druda fecciosa.

Vissi. Già vissi? Che feci?
 M’illusi, soffersi, amai. —
 Quante ne amai? una o dieci?
 Che feci? Forse sognai.

Forse sognai. Poco lieto
 In ogni modo fu il sogno:
 Torbido, greve, inquïeto
 Alquanto più del bisogno.

Ora quel sogno dilegua;
 Ma poi, se un altro sen forma?
 Degg’io sognar senza tregua,
 Comunque vigili o dorma?