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Ma sovra un piccolo sasso,
  Come un estatico ammodo,
  Senza mai andare a spasso
  Te ne stai diritto e sodo.

Te ne stai lì con un’aria
  Di povertà soddisfatta,
  Di santità catafratta,
  E d’indulgenza plenaria.

Quanto t’ammiro e t’invidio,
  O caro santo dabbene,
  Mentre m’affoga il fastidio,
  E chi lo ha se lo tiene!

Quanto t’invidio e t’ammiro,
  Mentre il destin m’apparecchia
  Forse un novissimo tiro,
  Forse una trappola vecchia!

Tra le amorevoli braccia
  Tu ti stringi il crocifisso,
  E puoi ben ridere in faccia
  Ai diavoli dell’abisso;

Ma noi, mal seme d’Adamo,
  Se un diavolo ci molesta,
  Noi oramai non sappiamo
  Come più tenergli testa.