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264 Le Rime della Selva


Davanti a un gotico altare,
     Ove la pompa degli ori
     Avea gli smorti fulgori
     16D’un giorno presso a mancare.

Nimbo di turchino cupo,
     Trasparia da un finestrone,
     Di là da un aspro dirupo,
     20Il ciel del settentrïone;

Un ciel recondito e voto,
     Un ciel dïafano e tetro,
     Ove un abete remoto
     24Parea dipinto sul vetro.

L’organo sotto l’acuta
     Volta ruggiva: Che hai fatto
     Del pegno del tuo riscatto,
     28Della tua vita perduta?

Che hai fatto de’ tuoi pensieri,
     Che per gli spazii immortali
     Dovevan essere strali
     32Da penetrar tutti i veri?