Ove si velan di lento
E molle azzurro le selci,
E pajon l’umide felci
16Tanti arboscelli d’argento!
Chiusa nell’ombra, una vena,
Che tra gli scheggi s’imbroglia,
Sommessamente gorgoglia
20Una sottil cantilena;
E par che a faggi ed abeti
Antiche favole narri,
E adescamenti bizzarri
24D’elfi e di silfi inquïeti.
Che son laggiù quei lucori
Così velati e sfumati?
Sono i miei dolci peccati?
28Sono i miei teneri amori?
E quella macchia sì scura,
Dove più nulla si vede,
È la delusa mia fede?
32È la mia mala ventura?