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mettendo de’ dubbi in chi l’aveva letto, esaminato e licenziato magistralmente per il teatro.

Non sará giammai accusabile di difetto l’impuntabile ministro signor Agazi revisore, se spinto dagli uffizi chiese la restituzione del dramma al capocomico per esaminarlo di nuovo, per favorire gli uffiziatori oltre al soddisfare al zelo della di lui ispezione.

Sará uno sciocco niente conoscitore del mondo quello che si degnerá d’accusare un capocomico dell’aver proccurato di porre in salvezza senza urbani riflessi cosa da cui sperava dell’utilitá, nume de’ commedianti.

Mi si dirá se con tutti gli oggetti e tutte le persone in contrasto in quella circostanza, i passi fatti dal Gratarol per far proscrivere il dramma potevano rimanere secreti.

Tutti hanno degli amici a’ quali credono di poter narrare in secretezza delle cose. In una materia teatrale che in quella stagione interessa il popolo immerso nelle leggerezze e nelle voluttá, tutti i sopraddetti passi fatti sopravanzano in cento doppi ciò che basta ad empiere una cittá d’oziosi dialogatori in questo proposito. Il solo signor Gratarol fu il cieco, ché raggirato come una trottola da una comica, corse adombrato a far de’ passi, secreti nel suo cervello, e senza prevedere le conseguenze e una pubblicitá irreparabile.

S’egli volesse fare a me un delitto delle circostanze che lo circondavano e nelle quali s’era posto, o de’ nimici ch’egli aveva e che s’era fatti colle sue direzioni, è cosa certa ch’io potrei giudicarlo stolto senza rimorsi. Non ho scarsezza di fatti per qualificarlo stolto, come proverò ad evidenza.

La dama a cui il Sacchi aveva data a leggere l’opera mia e raccomandata, prevenendola con una imprudenza mossa dalla venalitá, di quanto girava per la fantasia del Gratarol sparsa di corrotti vapori dalla Ricci, leggendo l’opera con tutta la prevenzione, non trovò niente in essa che avesse relazione a ciò che sospettava il detto signore.

Quel strepitoso dramma passò accompagnato dalle accennate nozioni e dalla risa della dama lettrice sotto la lettura d’altre dame ragguardevoli, di molti rispettabili cavalieri, e sempre con