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vero, senza nessun senso critico. Cosí del pari può asserirsi che non ne esistano neppure traduzioni complete. Semplice adattamento in francese sono infatti i Mémoires de Charles Gozzi, poète vénitien du XVIII siècle, traduction libre par Paul de Musset (Paris, Charpentier, 1848. pp. 300); — di gran lunga superiore, ma non esente da qualche abbreviatura e spostamento cronologico è la bella traduzione inglese di John Addington Symonds, The memoirs of count Carlo Gozzi translated into english, with Essays on italian impromptu comedy, Gozzi’s life, the dramatic fables and Pietro Longhi by the translator (London, J. C. Nimmo, 1890: cfr. l’articolo dello stesso Symonds, in Fortninghtly rewiew, xliv, 1888; nonché Ernesto Masi, in Nuova Antologia, cix, 663 sgg.); — e addirittura traduzione dei soli cinque capitoli finali (xlv-xlix) della seconda parte e del proemio, come d’altronde si scorge dal titolo, è il libro: Carlo Gozzi, Venetianische Liebesabenteuer. Aus den «Memorie inutili» Carlo Gozzis ins Deutsche übertragen von Willy Kastier (Ed. Iulius Zeitler, Leipzig, 1905).

Non essendo risultato da accurate ricerche compiute a Venezia che esista il manoscritto delle Memorie inutili1, e poiché il Gozzi stesso ne aveva curata l’edizione, a noi non rimaneva altro còmpito che di riprodurla tal quale. Ma qui sorsero due difficoltá: una per la punteggiatura, usata dal Gozzi in modo affatto arbitrario e non rispondente al senso dello scritto; l’altra per la grafia di molte parole, resa incertissima dai numerosi errori di stampa.

Occorre osservare che, trascurando senz’altro la tentata ristampa Galli Orlandini, gli eruditi che avevan dovuto riprodurre larghi brani delle Memorie inutili o dare edizioni di scritti inediti del Gozzi, non avevan fornito alcun criterio da seguire. Ernesto Masi, per esempio, dovendo citare nella prefazione alla sua edizione de Le fiabe (Bologna, Zanichelli, 1885) alcuni brani delle Memorie (volume i, pp. xv-xxiii, ecc.: cfr. presente edizione, i, 48-50, 62-65, 69-73), sentí di non poterli riprodurre diplomaticamente dall’edizione originale; per altro li modificò con qualche arbitrio. Mutò talvolta la punteggiatura caratteristica del Gozzi, ma tal

  1. Non ha nessun valore ed è fondata su d’un equivoco l’asserzione del Malamani (Nuova rivista, Torino, 1881, n. lxii): che «per motivi politici rimase inedito un volume delle Memorie inutili, né si sa dove sia», ragione per cui solamente «gli altri due, benché di poca importanza, furon tradotti in francese da Paul de Musset». Ciò che restò inedito, ma soltanto fino al 1797, sono per l’appunto le due prime parti, che poi escirono in quell’anno insieme con la terza.