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lettera confutatoria 307


E nella pagina 57 della vostra Narrazione non si legge forse che «vinto voi dalla piacevole immaginazione di presto uscire per lungo tempo d’un paese in cui non vi potevate piú vedere », usaste l’arte di cambiar sistema di contegno, di vestiti e di vita per spuntare di poter partire verso il grandioso uffizio a cui aspiravate di residente alla regia corte di Napoli? «V’allontanaste dalle pubbliche societá. Non piú gale, non piú lusso, non piú casini, non piú conviti, non piú stravizi, non piú botteghe di caffè. Ritirato nel vostro albergo, vestiste sempre a nero, benché di carnovale», eccetera.

«La volpe andava tardi a Loreto», caro amico, e se questa non è la figura originale dell’ipocrita, smentitemi.

Le vostre eterne frivolezze di costume da voi vantate, la lunga serie delle vostre seduzioni muliebri, le vostre «galanterie», il vostro bamboleggiare nelle frasche erano troppo noti e mal sofferti dagli assennati, ed eravate troppo conosciuto piú per ministro del tempio di Venere che per ministro del grave senato d’una repubblica, perché l’improvvisa metamorfosi vostra non fosse conosciuta ipocrisia. Lasciatemi replicare il proverbio: «La volpe andava assai tardi a Loreto».

Non istupisco però che voi proccuriate con quanto vigore avete nelle vene di predicare in me l’ipocrisia per screditarmi agli occhi del mondo.

Tutti gli uomini che, per quanto possono, sostengono la religione, la subordinazione a’ governi, la rassegnazione, la morigeratezza, il riguardo, la modestia, la rattenutezza, il freno delle passioni e la virtú, non sono prudenti, ma sono ipocriti agli occhi de’ vostri pari.

Voi vi vantate membro d’una setta che s’è prefissa di rovesciare tutte le regole stabilite dall’esperienza e da’ saggi, sull’umanitá incostante, inquieta e molesta, e setta che s’è ostinata a seminare una mèsse di morale a rovescio; mèsse di confusione, di trambusto, d’angustie e d’incendio a tutti gli Stati e a tutte le famiglie de’ miseri mortali; e però tutti coloro che si oppongono alle vostre mire animalescamente diaboliche di rovesciamenti e d’innovazioni brutali, secondo voi non sono che ipocriti.