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lettera confutatoria 273


I filosofi profondi affermano che gli scritti sono lo specchio dell’animo dello scrittore. Caro amico, perché mai faceste stampare un libro, parto della vostra penna, ch’è lo specchio d’un animo pessimo?

Ma è tempo ornai ch’io vi discorra sopra la commedia: Le droghe d’amore, innocentissima e fatta divenir rea, per vostro e mio pregiudizio, dalla vostra cieca credulitá, da’ vostri effemminati sospetti e dalle smaniose imprudenze del vostro orgoglio.

Mi dorrá a dovervi dare parecchie mentite nel mio confutare a parecchie vostre asserzioni assolutamente bugiarde; ma dovrete confessare che le vostre asserzioni sono figlie della vostra accesa immaginazione o delle riferte a voi fatte da un’artifiziosa giovine attrice vostra amante, con me collerica per le cause che leggerete nelle mie Memorie e per accendervi contro me; e che le mie smentite, oltre all’aver io de’ testimoni non comici che possono ribadirle, saranno in gran parte legittimate dalle vostre parole medesime e dalle vostre contraddizioni.

Nella pagina 23 della vostra amena Narrazione si legge: «Di fatto rilevai che questa commedia intitolata: Le droghe d’amore è tolta dallo spagnolo, non tradotta dallo spagnolo, come l’autore vorrebbe far credere ai gufi». — Mentite. Io trassi dal fondo delle commedie spagnole molti drammi, e sempre apparecchiati e dialogati da me con una differenza totale da quelle, come composi anche Le droghe d’amore, enunziando sempre que’ drammi come «tratti» e non come «tradotti».

Leggete il mio prologhetto ch’io volli porre alle stampe e far donare al pubblico all’uscio del teatro in vostro favore, ch’io lessi anche a voi alla presenza del Maffei, che doveva essere dispensato, non recitato da’ comici come narrate voi, e che fu da voi con pochissima civiltá rifiutato. Leggete il mio memoriale contro il vostro viglietto turpe e proditorio; memoriale che fu presentato al supremo tribunale, a cui non si cerca di far credere delle bugie, come faceste voi da calunniatore nel memoriale di querela indegna che aveste la nobiltá di presentare voi contro me. Troverete l’uno e l’altro stampato nelle mie