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per la felicitá di Venezia; narrazione di quel grand’uomo letteratone a null’altro simile e nondimeno nostro similissimo e confratello; libro quintessenza di veritá, libro testo ed unica nostra guida, libro angelico da noi idolatrato e tenuto ne’ nostri seni legato in velluto cremisi. Getta dunque la penna e soffri, anzi adora le nostre urbanissime impertinenze.

Costoro non vorrebbero esser creduti bestie, e però non camminano in su quattro zampe. Non si degnano d’esser uomini, e però non camminano in su due piedi, come gli uomini fecero e fanno sino dalla creazione d’Adamo. Pretendono di passare per enti novelli ed originali, e perciò camminano colle mani a terra e co’ piedi inalberati per l’aria.

Questo rovesciamento d’appoggio de’ loro cervelli e delle loro viste cagiona in essi anche un naturale rovesciamento di pensare, di vedere e di ragionare, che gli rende veramente nuovi oggetti strani ed originali. Vedono il male per bene, il bene per male; la giustizia per ingiustizia, la ingiustizia per giustizia; la discrezione per indiscretezza, la indiscretezza per discrezione; la menzogna per veritá, la veritá per menzogna; le regole per irregolaritá, le irregolaritá per regole; la innocenza per reitá, la reitá per innocenza oppressa; il torto per ragione, la ragione per torto; la pazzia per saviezza, la saviezza per follia; e va’ discorrendo.

Tali mostri novelli predicanosi filosofi, animati dal rovesciamento del loro pensare e delle viste loro, sbalordiscono i mortali colle urla orrende delle lor false proposizioni, de’ loro stravolti progetti, de’ loro sconvolgitori sistemi e con un rovesciato vorticoso linguaggio ch’essi battezzano per energico. Ecco tutta la loro originalitá.

Leggesi nell’articolo 48 alla pagina 100 della Narrazione del miserando Gratarol stampata in Stockholm, ch’egli aveva enunziato in alcune gazzette la pubblicazione del di lui volume col fiele d’una iraconda velenosa Apologia; e leggonsi in quella pagina le seguenti parole: «Quanti consigli, quanti riflessi, quante preghiere acciò mancassi di parola al pubblico!».

Sapete voi, Memorie mie, da chi uscissero i «consigli», i «riflessi», le «preghiere» diretti al povero Gratarol acceso il