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204 memorie inutili


Queste tre storielle, ch’io volli narrare minutamente in tutta la loro estensione, mi ammaestrarono sul fatto dell’amore.

Passate le dette vicende amorose in etá di ventun anno, divenni un argo vigilantissimo sui caratteri del bel sesso, e perché il mio cuore era d’una pasta non comune ed aveva provati de’ gran tormenti nelle scoperte d’incostanza e ne’ distacchi dell’indole mia robusta, determinata, risoluta e ferma, mi guardai bene dall’allacciarlo nell’avvenire con intero abbandono dello spirito.

Non lussurioso per istinto e non vizioso per costume, fornito di riflessiva facoltá per frenare gli stimoli naturali, mi piacque bensí la societá delle donne che mi ricrea; ma sino in qualche umana debolezza, non mai di gran conseguenza, in cui sarò certamente caduto nel trascorrere degli anni d’etá virile, fui piú amico ed osservatore che cieco ed appassionato amante.

Parvemi di rilevare colle mie osservazioni che dell’amore dimostrato agli uomini da una gran parte delle femmine sieno i moventi o la vanitá d’avere un corteggio, o un’ambizione di soggiogare de’ cuori e de’ cervelli d’uomini ragguardevoli, per poter dominare, vincere de’ puntigli, de’ tributi, usare delle sopraffazioni e delle ingiustizie; o per allacciare de’ serventi lor schiavi, debili e liberali condottieri a’ teatri, alle feste, a’ casini, a’ stravizzi, alle villeggiature, che suppliscano a tutti gl’infiniti capricci della moda vaneggiatrice, ch’esse non hanno il modo di provvedere, per far eclissare l’appariscenza di tutte le loro simili, per guadagnarsi de’ novelli amanti e per tradire l’amore del medesimo servente corrivo dabbene; o per tendere delle reti che ravviluppino e lor piglino un marito condiscendente d’appoggio.

Io non era nato per corteggiare. Non era ragguardevole per far trionfare una donna colla mia possanza. Non era né ricco né prodigo per appagare i capricci delle donne, per far loro fare di quelle comparse che parecchie femmine, inebbriate dalla vanitá, credono decorose e che sono il bersaglio della satira e de’ libelli. Non voleva rovinarmi nelle sostanze e nella salute. Aveva un pensare sublime e un cuore metafisico sull’argomento dell’amore. Era alienissimo dall’annodarmi ad un matrimonio. Sicché dopo