Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 2, 1910 - BEIC 1838429.djvu/21


parte seconda - capitolo xxv 15

vi dirò ciò ch’è passato tra me e la Ricci su questo proposito. Tentai invano di costringerla ad avvertirvi del suo trattato e invano le promisi che averei tutto conciliato con tranquillitá. Vi confesso ora ch’io tacqui ciò che sapeva, perché il suo maneggio non fosse sturbato. Ella spera andando a Parigi di farsi uno stato comodo per la sua vecchiaia, stato impossibile da farsi nella miseria comica dell’Italia. Eccovi la ragione per la quale fui muto, onde non venisse frastornato il di lei compatibile desiderio né annullata la di lei lusinga. Credo che anche voi possiate pensare coll’onestá medesima verso una povera giovine che cerca di stabilirsi uno stato per il tempo della sua inabilitá nella professione. Scordatevi le comminatorie penali della scrittura. Proccurate ch’ella serva la compagnia per l’anno comico incominciato. Cercate frattanto di provvedervi, e lasciate che la Ricci vada a tentare la sua sorte pacificamente.

Il Sacchi un poco calmato mi soggiunse che la cosa era in trattato coll’inframmessa d’una dama veneta Valmarana, onde la Ricci servisse la compagnia per tutto quell’anno e per il carnovale successivo in Venezia, perché poi nella quaresima potesse essere in libertá di andarsene a Parigi. — Carteggio frattanto — mi diss’egli — con una certa Bernaroli di cui mi vien detto del bene, per avere in lei una prima attrice per l’anno comico venturo. Può darsi che la Ricci si fermi sino la quaresima; ma frattanto sono venuto a Venezia in traccia d’una giovine ch’io so essere di bella figura e di ottima disposizione all’arte nostra, da allevare nella compagnia. Coteste eroine attrici vaganti che andiamo sostituendo, ch’hanno un poco di rinomanza, insuperbiscono a qualche applauso, pretendono de’ tesori, non mantengono mai parola né in voce né in iscritto, inquietano la societá comica e fanno arrabbiare gl’interessati nell’impresa, soggetta a mille sciagure e rovesci.

Di fatto il Sacchi scaturí quella sua giovine in Venezia, al creder di lui molto ben disposta all’arte sua. Ella era figliuola d’un comico, appellata Regina, e non so per quale origine, del mio stesso cognome. Egli mi pregò di ascoltarla a recitare un