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parte seconda - capitolo xlvii 173


Quella ragazza veniva a vestirmi, a pettinarmi, ad accomodarmi i capelli colle zendaline da «Luce» servetta, sull’ora del far la commedia nel teatro della corte. Ella scherzava, ella rideva guardandomi. Io le diceva qualche onesta facezia. Ella rideva ancor piú.

Una sera dopo avermi acconciate le chiome da «Luce», m’appiccò improvvisamente tre o quattro de’ piú bei baciozzi del mondo. Mi sorpresi, ma la credeva tanto innocente che giudicai ch’ella s’immaginasse di baciare un’altra ragazza, essend’io vestito da femmina.

Questa scena si faceva ogni sera maggiore, e sentiva che i suoi baci misti con una aspirazione affannosa non erano di quella innocenza ch’io credeva. Rispettando io l’ospitalitá, le feci una dolce seria correzione in un modo da non porla in malizia, ma avvertendola che que’ baci tra uomo e donna erano proibiti da’ confessori.

Ella si pose a ridere, e mi disse sottovoce ch’io tacessi e non facessi romore. Mi pregò a lasciare l’uscio della mia camera socchiuso la notte, ché quando tutti fossero coricati e addormentati, sarebbe venuta a trovarmi, perch’ella aveva bisogno di dirmi alcune cose con secretezza.

— Che mai vorrá dirmi questa piscialetto? — diceva tra me.

La curiositá, e anche qualche inclinazione che sentiva per quel spiritello, che alla mensa e per la casa aveva un contegno da santa Rosa, mi fece lasciare l’uscio socchiuso.

Eccola, passata la mezza notte, alla sponda del mio letto su cui io cominciava a sonniferare. Ella era mezza ignuda e mezza vestita. Cominciò da alquanti pizzicotti per farmi ben desto, e prendendomi per il collo, caricandomi d’una procella di baci seducentissimi, mi disse: — Chi credi tu, scioccherello, che sia questo mio padre adottivo, che mi fa tante prediche e in palese mi guarda con tanta austeritá? Egli è un porco, che m’ha presa in casa sott’ombra di caritá come «figlia d’anima». La buona moglie sel crede, e quest’animale ha fatto di me ciò che ha voluto e fa di me ciò che vuole in secreto. È geloso come una bestia e mi tormenta a quattr’occhi come un diavolo. Tu sei