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156 memorie inutili

gli occhiali sul naso. Con tutte le mie risa scòrsi però nell’uomo con sicurezza un’immensa sublimitá e tanto superiore all’essenza de’ bruti che non mi sono mai degnato d’avvilirmi a considerarmi né letame né fango né un cane né un porco, come si degnano di considerarsi i spiriti forti.

Siccome ad onta d’una interminabile serie di sistemi dannosi, infantati dall’ambizione di molti ingegnosi seduttori intelletti, noi dobbiamo credere con fermezza e sicurezza d’essere infinitamente piú nobili e piú perfetti ch’essi non vogliono, e sostenere con intrepidezza ed ardire che se noi non possiamo diffinire fondatamente ciò che siamo, sappiamo almeno con una innegabile sicurezza ciò che non siamo, e che lasciando razzolare nel letame e gruffolare nel fango i spiriti forti galline e porci, dobbiamo ridere e dileggiarli o piangere e commiserarli, ma credere fermamente ciò che ci consigliarono a credere tanti filosofi piú saggi e piú considerabili de’ filosofi galline e porci.

Le odierne novitá di rovesci che ci dipingono gli Epicuri onest’uomini, i Seneca impostori, venerabili filosofi i Volteri, i Russeau, gli Elvezi, i Mirabò, eccetera eccetera, che ci dipingono ridicoli e inetti filosofi i benemeriti nostri santi padri, e le altre empie dottrine sparse in questo secolo di voluttuosi fanatici da funi e da catene non seducono il mio interno. Guardo i funesti effetti cagionati sui popoli dalle dottrine dell’ateismo. L’animo mio si rassoda ancor piú nella credenza, e sulle sue osservazioni va replicando a pro de’ fanatici spiriti forti galline e porci e a pro della ingannata umanitá le esemplari e sacre parole di Gesú Cristo crocefisso: «Pater, dimitte illis: non enim sciunt quid faciunt». Finalmente l’interno mio tenne sempre viva la sacra immagine dell’augusta nostra religione, né mi curai d’essere considerato da’ filosofi d’oggidí addormentato nel da lor detto «pregiudizio».

Senza diffondermi inutilmente da filosofo moralista decrepito e non rigenerato a provare il dovere, la necessitá e l’utilitá de’ mortali su questo punto e il vantaggio della politica di chi presiede a’ governi del coltivare e del tener viva e ferma la credenza e la veritá d’una vita immortale sulle popolazioni, mi