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136 memorie inutili

consueti di trasporto. Vedeva della mestizia negli occhi di tutta quella famiglia. Trepidava a chiedere notizia di mio fratello, temendo d’udire le fatali parole ch’egli era morto. Finalmente chiesi ragguaglio. Mi si rispose ch’egli era ancora vivo, ma in vero non molto lontano dalla morte.

Il caso di quell’infelice era l’argomento de’ discorsi di tutta quella cittá. Si raccontava con parecchie alterazioni. L’amico Massimo me lo narrò colle vere circostanze. Nella mia afflizione egli mi confortava con tutti i buoni riflessi e tutte le sincere esibizioni della liberalitá d’un vero amico.

Col cuore lacerato passai all’abitazione dell’infermo, ch’era nel Prato della Valle. Ivi trovai madama Giovanna Sara Cenet francese, donna di circa cinquantacinqu’anni, pelle ed ossa, affaticatissima all’assistenza indefessa dell’ammalato e mezza ammazzata dal dolore, dal pianto e dalle veglie.

Ella mi rese conto dello stato di mio fratello. Egli era un cadavere che ancora respirava, con una violente febbre continua. Non favellava, non prendeva alcun nutrimento e non inghiottiva che qualche sorso d’acqua. I sputi di sangue abbondanti erano cessati e ridotti una tintura sanguigna.

Chiesi chi fosse il medico: mi si rispose che i medici erano quattro. Senza sprezzare la virtú di quelli, il numero mi fece spavento. Mi si disse che in aggiunta era stato anche ad una consultazione il quinto medico, celebre professore Dalla Bona, il quale aveva dati alcuni suggerimenti di medicine, ma che i quattro altri medici li avevano considerati frivolezze e che non se n’era eseguito nessuno. — Buono! — diss’io.

Mi fu riferto che l’ammalato udendo la mia voce fuori dalla sua stanza aveva aperti alquanto gli occhi, pronunziando con voce debile queste uniche parole: — Mio fratello Carlo.

Passai al suo letto. Proccurai di animarlo. Sprofondato egli nel suo letargo non mi rispose mai. Scòrsi però nella sua faccia dileguarsi qualche scintilla della sua profonda tristezza.

Uno de’ quattro medici si vantava d’averlo ricuperato allor quando fu tratto dal fiume, co’ suoi pronti non so quali sperimenti suggeriti e prescritti dal magistrato sopra la sanitá per