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parte seconda - capitolo xlii 129



Mi si rese anche impossibile il poter far troncare le recite la sera del venerdí. Un ordine degli eccellentissimi signori capi dell’Eccelso aveva comandato alla comica Ricci di portarsi al suo dovere, e il nobil uomo Vendramini aveva commesso di dover seguitare le recite della commedia sino che il pubblico le voleva. Tutto ciò seppi la mattina del sabato, non essendo io andato a quel teatro la sera del venerdí, lasciati avendo i miei impegni e le mie preghiere di sospensione.

Mentre la mattina del sabato mi rammaricava col nobil uomo Paolo Balbi quondam Barbarigo venuto ad onorarmi alla mia casa e col signor Raffael Todeschini mio amico, del cartello di nuovo esposto e di non aver potuto servire il circospetto signor Gratarol, comparve un servo del medesimo e mi consegnò un viglietto. Trovai il foglio calunnioso, minaccevole e ripieno de’ piú aggravanti insulti d’ignominia perché io non aveva fatta sospendere la commedia né il venerdí né il sabato.

Minacciato ed offeso ingiustamente nella fama con inaudita sopraffazione, obbediente alle leggi di Dio e a’ voleri di questo provvido governo pietoso che comanda la pace a’ suoi sudditi, ricorro genuflesso a’ piedi di Vostre Eccellenze, e presentando annesso all’umilissima mia esposizione supplichevole le testimonianze del mio operare e la carta giá vantata dall’insultatore ingiuriosa oltremodo, chiedo prostrato riparo all’onore e salvezza dalle molestie. Ché della grazia, eccetera.


Avrei voluto essere assai piú breve nella mia storica esposizione, ma la lunga serie della veritá de’ fatti e la lunga catena delle stravaganze del Gratarol non mi permisero la brevitá. Si troverá che le veritá relative al Gratarol ed a me esposte in quello storico memoriale supplichevole sono in compendio quelle medesime che diffusamente si leggono nelle Memorie della mia vita intorno alla vicenda avvenuta tra me e quell’infelice riscaldato la fantasia.

Recai quel mio foglio, unito a’ viglietti Vendramini e Gratarol e alle testimonianze nominate in esso, sotto il maturo riflesso del senatore accennato, a cui nel porgere il mio fardelletto aggiunsi con la voce: — Questa, o Eccellenza, è la prima volta che per conto mio con somma mia amarezza vengono