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114 memorie inutili


Disse però prima di partire: — Signori miei, mi rincresce di dover dir loro una cosa. Abbiamo a fare con una testa la piú balzana e ostinata che esista, né posso assicurarli di nulla. Mio nipote, non si può negare, ha del talento, ma egli s’è creati de’ modi di pensare tanto pellegrini e tanto opposti e discordi coll’aria e colle costituzioni del suo paese, che necessariamente deve farsi de’ nimici e incontrare delle mortificazioni.

Esagerando tuttavia quel buon vecchio sulla disgrazia che correva allora sugli omeri del nipote relativa alla commedia, disse delle cose tanto sensate, con sommessione e con un cosí giusto criterio sopra alcune contraddizioni e sul confronto de’ tempi lontani rozzi e de’ tempi nostri considerati puliti e colti, ch’io mi lusingai ch’egli fosse capace di ridurre il nipote ad aver flemma e ad usare prudenza in quella possibilitá, ch’io aveva esibita sulla parola della dama e sulla ferma promessa del capocomico e ch’era l’unica cosa ch’io potessi esibire in quella circostanza.

Attesi la risposta, coll’amico Maffei, del signor Contarini ad una bottega di caffé nella calle de’ fabbri, detta del «Berizzi», cosí in accordo.

La risposta di quel signore fu molto diversa da quella ch’io sperava di ricevere. Attendeva di dovergli fare un elogio sull’elleboro adoperato da lui sul cervello del suo nipote. Egli venne a dirmi con un sussiego austero, imperioso e differentissimo dal suo contegno cortese di prima, forse dettato o comandato dal suo savio nipote: — Per parte del mio nipote non meno che per parte mia le dico ch’Ella puole e deve fare che la commedia non entri piú nel teatro.

Parvemi di vedere nel signor Contarini quel piffero di montagna che andando per suonare fu suonato.

Soppressi tutto il calore che contro al mio temperamento era per accendersi in me, e risposi mezzo ridendo: — M’attendeva una risposta da lei piú ragionevole. Non è possibile che il Gratarol e lei non intenda che si vuole da me un’impossibilitá. Il suo nipote mi crede o finge di credermi ben cattivo colla sua mente sconvolta. Le chiedo scusa del disturbo che le ho recato