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parte seconda - capitolo xii 305

direzione, il suo stipendio mensuale le venisse meno prima della scadenza del susseguente e si trovasse esposta a’ bisogni della vita colla sua famigliuola, non aveva che a darmi un cenno ingenuo; che le mie rendite e gli impegni miei non mi concedevano di far molto, ma che il mio cuore non mi concedeva nemmeno di lasciar languire le persone mie amiche; che se mai però, trasportata da alcuni falsi principi d’una libera scuola di prostituzione fastosa, o per le insidiatrici adulazioni o per i stimoli d’una stordita ambizione, ella cadesse a porsi nella vista del mondo, anche senza intrinseco errore, d’una franca mercenaria abbandonata ad una illecita fortuna, mi sarei allontanato dalla sua amicizia, senza però giammai divenirle nimico.

— Alle comiche — aggiungeva io — non mancavano circuitori di tutti i ceti. Il pubblico è assai mal prevenuto del loro costume, e poche apparenze bastano a farle giudicare quelle che talora essenzialmente non sono. Le visite de’ maschi che hanno un nome deciso di voluttuosi e di corsari di Venere, sieno palesi od occulte, si sanno sempre per gli occhi d’Argo maliziosi delle persone teatrali e tastano a por le comiche nel numero delle ninfe prostituite; ed io non sono uno di quei filosofi che si adattano a difendere il costume e l’onore di queste tali, ad essere loro famigliare amico, né amante, né pubblica guida, per far la figura esosa di dissoluto, di mezzano o d’un piú schifo personaggio, e per lo meno di scimunito accecato da una passione.

Concludeva che non voleva nemmeno farmi nimici quelli che m’avessero giudicato ostacolo a’ loro sfoghi; che se però le sue mire fossero contrarie alle mie dichiarazioni ingenue e alle mie massime fisse, e trovasse incomoda la mia maniera di pensare, bastava una sua parola per rimaner ella in una assoluta libertá; che siccome ella non poteva obbligar me a fare una comparsa contraria alla mia volontá e al mio buon nome, io non poteva obbligar lei a non essere libera padrona del suo albergo, della sua persona e della sua riputazione; che, sollevato dall’obbligo d’amico di dover difendere e sostenere in faccia al mondo la sua buona fama per lei e per me, averebbe tuttavia