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parte seconda - capitolo xi 297

vedeva impossibile la perseveranza in lei e la perseveranza in me d’una socievole familiaritá.

Il di lei cervello era tanto leggero e suscettibile alle adulazioni, tanto fervido e cieco a’ capricci, all’ambizione, ad un fasto di falso sistema, che la veritá, la moderazione, la prudenza, il buon riguardo restavano velati alla sua vista, a tale che potrebbesi quasi dire ch’ella non conoscesse gli errori ne’ quali cadeva.

Rifletteva io benissimo che a questi tali cervelli, coll’andare del tempo, divengono gli idoli veri que’ molti che, per la via dell’adulazione, dipingono da pregiudizi gli attributi della virtú e dipingono da tratti di spirito la libertá di pensare e la sfrenatezza, a tale che divengono noiosi e molesti pedanti que’ pochi che si oppongono a’ loro sofismi e alle loro perniciose ma allettatrici pitture.

Per quanto aveva sino allora cooperato a’ vantaggi di quella giovane, ed anche per quanto le aveva detto per confortarla e per animarla, ella non aveva il torto a lusingarsi ch’io nodrissi per lei qualche sentimento alquanto piú oltre di quello dell’amicizia; ma le donne sono naturalmente per tal modo invasate dal loro amor proprio che non hanno confine nelle presunzioni.

Era ben difficile che, per quanto ella mi dicesse, cadessi nella sciocchezza di lusingarmi de’ di lei teneri affetti dal canto mio. L’ingenuo capitolo de’ miei amori dirá il modo mio di pensare in questo proposito.

Ad onta di tutti i miei riflessi, accordai alla Ricci un’amicizia cordiale. Non m’offendo che si giudichi esser stata quella amicizia, affetto. La giovane aveva del merito, ed io non sono né un imbecille né un insensato né un ipocrita per vergognarmi e per incollerire contro un tal giudizio.

Chi ama non è che un uomo, e chi porta il vizio in trionfo col titolo di galanteria non sará mai piú che un bruto ed un empio, per quante autoritá possa allegare de’ pari suoi. Il mondo, tuttoché corrotto, averá sempre in abborrimento tanto il cinico impudente quanto il libertino svelato.

Dall’ipocrita al dissoluto, all’amante, ci sono le mille miglia di lontananza; ma il libertino dissoluto ha sempre proccurato