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PARTE SECONDA


CAPITOLO I

Mire belliche poetiche sopra la comica milizia da me scelta all’assalto teatrale de’ due nominati poeti Goldoni e Chiari. Fiaba seconda di questo nome, intitolata: Il corvo. Terza di questo nome, intitolata: Il re cervo. Quarta di questo nome, intitolata: Il Turandotte. Quinta di questo nome, intitolata: I pitocchi fortunati.


Nel lungo corso delle osservazioni da me fatte sopra a tutti i ceti della umanitá — umanitá divisa dal caso e dalla violenza per modo da non poter usare legittimamente il termine evangelico di «prossimo» con essa sino al giorno del giudizio universale — non aveva ancora potuto studiare la scenica popolazione, e desiderava d’essere anotomista anche sopra a colesto genere di mortali.

Per dar l’assalto a’ sopra accennati due poeti nel teatro e per fare una diversione di popolo, aveva scelta per mia squadra la compagnia comica del Sacchi, rinomato Truffaldino.

Quella compagnia, formata nella maggior parte di stretti parenti, correva nella comune opinione per la piú morigerata ed onesta di tutte l’altre.

Sosteneva con somma bravura la commedia antica dell’arte italiana alla sprovveduta; genere che con della inumanitá, sotto alla maschera d’un zelo per la coltura e che non era piú che un zelante interesse venale, i signori Goldoni e Chiari s’erano proposti di voler abolire colle loro innovazioni, da me scherzevolmente combattute nella imperfezione, senza offesa alcuna alle opere teatrali comiche e tragiche rispettabili.