Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/221


parte prima - capitolo xxxiv 215

linguaccia maligna, temerario e invidioso con tutte le sue quattro bocche per ribattere il mio «assunto» e il mio «argomento» provato.

Finalmente il Teatro comico, convinto da me e beffeggiato da’ granelleschi, alzando i suoi panni dinanzi faceva vedere una quinta bocca allegorica che teneva nel mezzo al suo ventre, la qual bocca allegorica piangendo sconciatamente s’arrendeva e chiedeva grazia.

Un verso delle soprammentovate terzine del signor Goldoni, col quale aveva preteso di vilipendermi battezzandomi da «collerico colla fortuna», mi suggerí la invenzione della bocca allegorica nel ventre di quella maschera, tratto ch’io confesso per satirico, ma per uno di que’ tratti satirici provocati e meritati.

Composi una lettera dedicatoria in versi sciolti seriofaceti da porre in fronte a’ miei due opuscoli, con la quale gli dedicava a certo Pietro Carati, notissimo veneto cittadino miserabile, che ravvolto in una toga lacera, con un parruccone rossiccio, le calze nere turate ne’ loro innumerabili buchi con la seta verde, cenerognola o bianca (veri segni del povero cittadino), chiedeva per le vie modestamente a’ suoi conoscenti qualche picciola moneta per sostenere in vita la sua nascita civile.

Anche quella lettera dedicatoria dinotava ch’io non era «in collera con la fortuna»; ch’io non cercava co’ scritti miei nessun dono da quella dea, e che il mio scopo non era che di combattere possibilmente i cattivi scrittori e di sostenere possibilmente le buone regole e la puritá litterale.

Coteste due operette divennero pubbliche prima d’essere pubblicate colle stampe alle quali era io parato a darle. Il fragore che fecero nascere anticipatamente ha cagionato il seguente avvenimento.

Il patrizio commendatore bali Giuseppe Farsetti, sozio della nostra granellesca accademia, coltissimo scrittore e amantissimo della buona poesia, venne in traccia di me dicendomi che, pregato egli da un altro patrizio, conte Ludovico Widiman, ottimo cavaliere, ma parziale del Goldoni per bontá di cuore, mi chiedeva