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parte prima - capitolo xx 137


Si seguitava a fulminare il fratello con degli ordini e col «mandate e spedite, ché la famiglia è in angustia», ed egli rispondeva: — Non ho piú che spedire. — Aveva un bel chiedere ragione di che s’era fatto di tante botti di vino, di tante gran sacca di farina, di tante rigaglie, di tanti danari spediti e riscossi. Degli impegni anteriori, particolari e divisi; un miserabile mantenimento della famiglia, avevano fatto volare ogni sostanza. Chi diceva: — Ebbi solo questo; — e chi: — Ebbi solo quest’altro, e feci sí e sí. — Ognuno rendeva un conto in astratto, a voce e sopra le dita. Mio fratello Gasparo, capo della casa, per i nuovi sistemi sapeva meno di tutti gli altri come fossero andate le faccende, né aveva tenuto il menomo registro. Breve. Si concludeva che, senza vendere uno stabile sulle nostre vite, ognuno sarebbe morto di fame.