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tanto rispettabile. Parole assai, ma nessun fatto dagli amici casalinghi. Questa dura circostanza dica in quale stato rimase la nostra famiglia alla morte d’un onorato, ottimo, ma indolente padre.

Io era persona nuova e non aveva altro amico che il signor Massimo, ch’era creditore e malignato da’ miei congiunti. Il mio dolore mi suggerí a scrivere in sul fatto una lettera a cotesto vero amico, dandogli notizia de’ casi funesti ed oscuri, e chiedendogli qualche soccorso. Ho spedito colla lettera a Padova un uomo fidato, commettendogli d’attendere la risposta.

L’amico cordiale, anche col consenso del di lui padre e con tutta la sollecitudine, mi spedí una somma di danaio che sorpassava il bisogno d’un modesto funerale e de’ suoi accessòri.

Quand’ebbi ricevuti i danari credei bene il fare una di quelle azioni che dovrebbero fare un buon effetto sugli animi, ma che per lo piú lasciano gli animi come erano prima. Chiamai mio fratello Gasparo in secreto, che era assai turbato ed afflitto. Gli consegnai nelle sue mani il gruppo del danaio che m’era giunto liberamente. Gli dissi da qual parte veniva. Espressi ch’io non mi considerava né padrone né precettore; ch’egli era il fratello maggiore, e ch’io voleva riconoscerlo per capo della famiglia; che averei coadiuvato agli affari per quanto avessi potuto; ch’egli aveva cinque figliuoli; che la casa era in quel disordine che poteva vedere; ch’era suo principal debito il pigliare le redini maschilmente del governo e della direzione, levandolo dalle mani a chi aveva condotta la casa ad un totale naufragio; che quello era il vero tempo di far ciò; e lo pregai con tutta la cordialitá a dar retta alle mie preghiere ed a’ miei ricordi.

Egli accolse il danaio ed il mio discorso come un uomo che ha quel buon animo e quell’intelletto che non se gli può negare. Mi disse che vedeva pur troppo la necessitá di porsi alla testa d’una amministrazione disordinata, per riordinarla con una maschia costanza; che qualche rendita maggiore, che si accresceva de’ contratti di vendite vitalizie ch’erano estinti colla mancanza del povero nostro padre, aggiungeva nerbo e agevolava la possibilitá; ch’era disposto ad abbandonare delle applicazioni non intese e non premiate in Italia, per attendere con