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parte prima - capitolo xiv 101

siete stati alla scuola. — Seppi dappoi ch’egli fece un dono di quel libro all’eminentissimo cardinale di lui zio vescovo di Brescia. L’E. S. mi chiese se voleva ritornare a Venezia o rimanere nella Dalmazia, godendo l’uffizio di cadetto nobile nella cavalleria, attendendo maggiore fortuna. Lo supplicai a ricondurmi a Venezia, ed egli accettò la mia supplica.

Un altro, fuori di me, avrebbe cercato con delle fedi poco fedeli d’ottenere delle lunghe e replicate licenze dalla clemenza troppo clemente, per sussistere molti anni ne’ ruoli militari del principe e per godere con fraude per lungo tempo il benefizio delle mensuali trentotto lire.

Era alieno dal seguitare la professione del soldato e dal razzolare con delle insidiose covertelle nel pubblico erario.

Considerava il principe padre comune, ma credeva ancora, che questo padre non meritasse d’avere de’ figli ladri, che con delle menzogne, de’ meriti inventati e delle protezioni acquistate co’ torcicolli, colle adulazioni, coltivate con gli uffizi e le bassezze piú vili di questo mondo, insidiassero e annichilassero le paterne preziose sostanze a tante pubbliche ed essenziali necessitá destinate.

Era un ragazzo povero e con un debito di dugento ducati, ma sapeva di non aver meritato co’ miei sudori in pubblico servigio, che il principe soccorresse la mia povertá e pagasse i miei debiti, benché non fossi un vizioso.

Rifletteva ch’io era povero soltanto per la numerosa mia fratellanza e per un patrimonio male amministrato.

Con tutto ciò, parco ne’ miei desidèri, mi lusingava di poter vivere modestamente e con sobrietá nel frutto delle facoltá famigliari, rendendomi operoso in quelle, ed era certissimo che il mio buon padre ch’era ancora tra i vivi, benché infermo paralitico e muto, non averebbe ricusato di pagare il mio debito de’ meschini dugento ducati. Io non aveva con lui demeriti, ed egli era troppo onorato per dubitarne.

Il mio nome sará forse vissuto ne’ ruoli pubblici delle milizie per chi sa quanto tempo, anche dopo la mia partenza dalla Dalmazia. Desidero che la cassa militare del principe non si