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parte prima - capitolo xiii | 97 |
mi ricordo. Questa dimenticanza è opportuna, perché i miei lettori hanno il tedio minore.
È certo che se avessi fatte delle male azioni me le ricorderei. Mi sarebbero rimaste impresse, perché non ho mai studiato a indurare il mio cuore a’ rimorsi, e le scriverei francamente per non avere rimorsi di non aver scritte tutte le veritá che ho promesse.
Potrei narrare molte altre cose ch’io mi ricordo del mio triennio; ma io scrivo le memorie attinenti alla mia vita e non quelle attinenti alla vita degli altri piú che alla mia.
Nella verace pittura che ne’ miei racconti inopponibili apparisce sino a quest’epoca di me, gli amici vederanno un giovine bizzarro alquanto, ma di buon’indole; i nimici vedranno un imprudente d’indole pessima; gl’indifferenti che mi conoscono di vista e superfizialmente, vedranno un oggetto molto diverso dall’idea che si sono prima formata sugli estrinseci miei. A suo luogo dirò anche la cagione di questa ragionevole ma fallace idea. Ella apparirá in un pontuale ritratto ch’io darò di me stesso, vincendo qualunque pittore.