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prefazione. lxxi

quillizzare il Gozzi, pure confessa, in una delle due narrazioni, che l’idea ch’egli aveva «di quel gran Signore» e «del tremendo Tribunale» lo scosse, e nell’altra narrazione che prima di presentarsi fece un breve esame di coscienza, che lo confortò colla certezza di «non aver delitti,» dei quali dover render conto, e nondimeno quando fu dinanzi al Donà dimostrò «nel viso qualche interna confusione.» Il Donà era un vecchio magistrato integerrimo e severissimo.1 Ciò rende poco credibile quanto il Gozzi racconta del loro colloquio, vale a dire che si riducesse ad una conversazione tutta scherzosa e amichevole sulle polemiche col Goldoni e col Chiari e che il grave Inquisitore di Stato conchiudesse, animandolo a continuare quella guerra in difesa del buon gusto letterario, purchè «non veniate alle pugna» (così il Gozzi nelle Memorie) ovvero, purchè «le controversie stieno nelle penne soltanto,» (così nel Discorso). Ma il Donà non si sarebbe incomodato per tale

  1. Il Sig. E. von Löhner ebbe la cortesia di farmi in proposito la comunicazione seguente: «Zuanne Donà è morto a Padova il 4 Febbraio 1766 in età di 76 anni. Ho presa io stesso questa annotazione nel Necrologio di Padova. Nel MS. Santo Pengo, che trovasi al Museo, è detto del Donà: fu mandato dalla Repubblica a questo Reggimento come per castigo, perchè essendo di carattere severissimo, quanto integerrimo e giusto, diede motivi di dispiacere ai Patrizi. Fu sepolto senza pompa, perchè era poverissimo. Eppure era stato Bailo a Costantinopoli, il solo impiego diplomatico Veneziano, che fruttasse qualche guadagno! Fu Inquisitore di Stato del 1 Ottobre 1760 al 1 Ottobre 1761.»