della propria fanciullezza) fu la prima fiaba posta in scena da Carlo Gozzi, la sera del 25 Gennaio 1761. Con essa la gran lotta, combattuta dal Gozzi contro il Chiari e più particolarmente contro il Goldoni, era portata sopra tutt’altro campo. Il pubblico era direttamente chiamato a seder giudice fra i contendenti. La faccenda si faceva seria ed è qui che molto probabilmente va collocato l’aneddoto, dal Gozzi narrato confusamente nelle Memorie1 e nel Discorso sulle poesie satiriche,2 cioè l’improvvisa apparizione d’un messo, che lo chiamava al palazzo del Patrizio Zuan Donà. Confrontando le due narrazioni del Gozzi si vede chiaro che ciò accadde tra la fine del 1760 ed il principio del 1761. Dunque alla vigilia della rappresentazione delle Tre Melarance. Ma di questo il Gozzi non parla. Tace pure quello, che si rileva dalle Annotazioni degli Inquisitori, cioè che il Donà era in quel momento Inquisitore di Stato, (lo fu dal 1 Ottobre 1760 al 1 Ottobre 1761) e solo gli sfugge indicato «il tremendo Tribunale che allora egli (il Donà) occupava», cioè il Tribunale dei «Tre di sora» (sopra). Per quanto l’esser chiamato in privato e non alla Bussola di S. Marco (il che significava trattarsi dell’ammonizione officiosa e non officiale) dovesse in certo modo tran-
- ↑ Carlo Gozzi, Memorie, Parte 1. Cap. 34, pag. 299.
- ↑ Opere, Ediz. 1772. Discorso, Notizie, Verità etc. cit. Tom. VIII, pag. 249.