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lxviii prefazione.

lo stesso Carlo Gozzi1 dichiara falso l’aneddoto, narrato dal Baretti nel suo libro inglese sui costumi italiani,2 che tale sfida facesse il Goldoni a Carlo Gozzi in un alterco accaduto fra essi nella bottega d’un libraio. Il Goldoni si limitò a rispondere alle incessanti satire del Gozzi che l’Achille degli argomenti in favore delle sue commedie stava nella folla, che attraevano costantemente al teatro. In un sonetto contro al Goldoni il Gozzi scrive:

Perdio, Dottor, di qua non fuggi via.
Rispondi e aguzza quanto vuoi l’ingegno,
O tu, o il Chiari, o il popol è in pazzia.
                       Se astratto e in balordia
Rispondi: «è sempre buon segno il concorso,»
Viva il Goldoni, il Chiari, il Sacchi e l’orso;3

che è quanto dire: se il concorso del popolo è quello che decide, tanto fa una buona commedia, quanto i lazzi di Truffaldino e l’orso, che balla in sulla piazza. Di qui dunque la picca del Gozzi di mostrare al Goldoni che qualunque novità, anche la più sciocca, è buona per tirar gente al teatro e ch’egli avrebbe conseguito il medesimo risulta-

  1. Carlo Gozzi, Opere Ediz. 1802. Tom. XIV. pag. 88. Al Sig. N. N. Poeta Teatrale, Frammenti, Commenti, Riflessioni, Opposizioni etc. etc. — Sopra il Frammento secondo.
  2. Baretti, The Italians. An Account of the manners and customs of Italy. (London 1768).
  3. È stampato con qualche variante nel Tom. VIII delle Opere Ediz. 1772, pag. 184. — Io lo riporto dalle Memorie. Parte 1. Cap. 34, pag. 305.